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Alpi, la sensibiltà estetica scala l’alta quota

Alpi, la sensibiltà estetica scala l’alta quotaErnest Kirchner, «Davos nella neve», 1923

"La costruzione delle Alpi dal 1773 al 1914", un saggio di Antonio De Rossi per Donzelli Da sempre la atemporalità del paesaggio alpino e il suo essere «al di là di ogni forma», ha sollecitato il confronto con le arti

Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 15 marzo 2015
Le Alpi sono le montagne più umanizzate del mondo: il processo fu lento e cominciò – nel 1786 – con la scalata alla vetta del Monte Bianco da parte di Jacques Balmat e Michel-Gabriel Paccard. Da allora il paesaggio alpino ha raccolto un numero tale di storie e rappresentazioni da farne un luogo geografico particolarissimo e per molti aspetti un’invenzione. Alla sua scoperta hanno concorso in egual misura la scienza, l’arte e la letteratura che nei secoli – dopo avere sperimentato l’assoluta estraneità del mondo antico – ne hanno ricercato ragioni materiali e significati simbolici, sempre in trasformazione fino all’arrivo...

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