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Alva Noë, strategie per renderci meno ciechi a noi stessi

Alva Noë, strategie per renderci  meno ciechi a noi stessiXavier Le Roy, «Produit d’autres circonstances», 2009; foto di Luc Vleminck

Filosofi statunitensi Tenendo insieme antropologia filosofica e estetica, attraverso numerosi esempi, Alva Noë situa l’esperienza artistica al centro dell’orizzonte individuale e collettivo: da Einaudi, «Strani strumenti»

Pubblicato quasi 2 anni faEdizione del 11 dicembre 2022
L’arte è una famiglia di «strani strumenti» proprio perché, privati della loro utilità immediata, riescono a renderci meno ciechi. Per imparare a vedere, Alva Noë si è impegnato negli anni in progetti artistici, soprattutto in collaborazione con coreografe e danzatrici. Docente di filosofia a Berkeley, all’interno del «Programma di scienze cognitive» e dei «nuovi media», porta però con sé molte tracce della sua famiglia d’origine, immersa nella scena artistica newyorkese degli anni Sessanta. Il suo Strani strumenti L’arte e la natura umana (traduzione di Vincenzo Santarcangelo, Einaudi, pp. 322, € 24,00) è uno dei libri più illuminanti sulla natura dell’arte...

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