Alias Domenica
Ambivalenze del cordoglio
Riti negati Dalla silloge di esempi «primitivi» di Frazer, alla doppia sepoltura presso i Dayak studiati da Hertz, fino al pianto rituale osservato da de Martino, e alla mutazione del cadavere in persona-cosa, secondo Beth Conkl
Tatiana Trouvé, «The longest eco», Ginevra, Mamco
Riti negati Dalla silloge di esempi «primitivi» di Frazer, alla doppia sepoltura presso i Dayak studiati da Hertz, fino al pianto rituale osservato da de Martino, e alla mutazione del cadavere in persona-cosa, secondo Beth Conkl
Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 26 aprile 2020
Forse l’aspetto più disumano di questo esperimento di socialità sospesa cui siamo costretti, ancora più crudele dell’immaginario distopico ventilato da quei filosofi che paventano la nostra riduzione a nuda vita, è la negazione dei rituali deputati ad accompagnare il cordoglio. In una ottica antropologica, la vita umana non è mai «nuda vita» finché è sorretta da quei riti che fanno parte dei suoi portati culturali; neppure la privazione radicale dei diritti di cittadinanza basta, in realtà, a renderla tale. Ma se la morte viene spogliata della sua cornice culturale e dunque relazionale, si può parlare di «nuda morte»? Questo interrogativo...