Visioni
«American Utopia», un canto per navigare il nostro tempo
Ai confini della realtà David Byrne e il suo musical atipico stranamente ottimista e energizzante. Un «grido» che diviene un canto/danza condiviso, con lui stesso in scena insieme a undici musicisti/cantanti/ballerini, tutti in grigio, tutti scalzi sul palcoscenico nudo
Ai confini della realtà David Byrne e il suo musical atipico stranamente ottimista e energizzante. Un «grido» che diviene un canto/danza condiviso, con lui stesso in scena insieme a undici musicisti/cantanti/ballerini, tutti in grigio, tutti scalzi sul palcoscenico nudo
Pubblicato quasi 5 anni faEdizione del 15 febbraio 2020
In Stop Making Sense abbiamo portato sul palco tutto quello che ci vuole per mettere su uno show, perché il pubblico lo vedesse. Qui ho tolto tutto. Mi sono chiesto: è possibile inscenare uno spettacolo in cui ci sono solo i musicisti e niente altro?». Così David Byrne descrive a «Rolling Stone» una delle idee fondanti del suo bellissimo American Utopia, il musical atipico che -a conclusione di un lungo tour – ha portato a Broadway, e che chiude questo week end dopo otto settimane di tutto esaurito all’Hudson Theater. Se è vero che, in confronto all’elaboratissima performance tecno pop...