Cultura

Amparo Dávila, quel dolce perturbante

Amparo Dávila, quel dolce perturbanteUn ritratto di Amparo Dávila

Narrativa latinoamericana «Morte nel bosco e altri racconti» della scrittrice messicana, per Safarà. Nelle sue storie una voluta ambiguità tra le ombre interiori e domestiche, e la minaccia del mondo su cui non si ha alcun controllo. Oggi a Firenze nell'ambito di Testo, alle 17 nella Sala Munari 2 della Stazione Leopolda, un laboratorio di traduzione con Giulia Zavagna a partire dall’opera dell’autrice scomparsa nella primavera del 2020

Pubblicato più di un anno faEdizione del 25 febbraio 2023
Una donna misteriosa, di cui si sa soltanto quel pochissimo che diceva di sé: un’infanzia borghese ricca di fantasie e di letture, trascorsa in uno spettrale paesetto; il matrimonio fallito con un famoso pittore; il lavoro come segretaria di un intellettuale celebre, Alfonso Reyes; gli anni dedicati alla maternità e a impieghi di scarso lustro… Una vita lunghissima e appartata, quella di Amparo Dávila (nata a Pinos nel 1928 e scomparsa nel 2020), connotata dal silenzio ma anche dall’esercizio di una scrittura che la rende quasi unica nel panorama letterario del suo Paese, anche se qualcosa la accomuna ad altre...

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi