Alias Domenica
André Kertész, movimento, ombre, paradossi visivi
A Torino, Camera Il modernismo di André Kertész, come vide Cartier-Bresson in anticipo su tutti gli altri. Dalla nativa Ungheria, a Parigi, a New York, una mostra che nasce da una lista manoscritta...
André Kertész: Distorsione n°40, Parigi, 1932-’33; © Donation André Kertész
A Torino, Camera Il modernismo di André Kertész, come vide Cartier-Bresson in anticipo su tutti gli altri. Dalla nativa Ungheria, a Parigi, a New York, una mostra che nasce da una lista manoscritta...
Pubblicato 10 mesi faEdizione del 21 gennaio 2024
Maurizio Giufrè TORINO
Ciò che disse Robert Capa sulla fotografia, «non basta avere talento, devi anche essere ungherese», può sembrare esagerato, è certo però che dalla repubblica magiara giunsero un buon numero di fotografi dalle capacità singolari. Alcuni divennero famosi fuori dei confini nazionali: oltre Capa (Endre Erno Friedmann), il fotografo della vita notturna parigina Gyula Halász, in arte Brassaï, Martin Munkácsi, Paul Almásy o László Moholy-Nagy. Altri non lasciarono mai il loro paese, come il poliedrico József Pécsi. La maggioranza di questi seguì una variante del pittorialismo (Rudolf Balogh), ma ci fu chi aderì alla fotografia sociale (Kàroly Escher) e alle tendenze...