Alias Domenica

Aneddoti strampalati, immersi nelle sonorità di un ego russo

Aneddoti strampalati, immersi nelle sonorità di un ego russo

Narratori russi Nei «Taccuini» di Sergej Dovlatov frasi casuali, lapsus, sentenze lapidarie raccolte da un geniale collezionista di linguistici objet-trouvé e di umane incongruenze

Pubblicato più di 8 anni faEdizione del 19 giugno 2016
«Credo nello Spirito Santo della prima persona». La formula con cui Philippe Lejeune ribadiva nel 1986 la propria incrollabile fede nella scrittura autobiografica avrebbe potuto essere tranquillamente sottoscritta anche da Sergej Dovlatov, autore leningradese che della contaminazione divertita tra letteratura e vita aveva fatto una costante della sua prosa. Da Regime speciale al Parco di Puskin, passando per i più lievi (in apparenza) La filiale o La marcia dei solitari, la esibita manipolazione dei dati autobiografici nasconde per Dovlatov la speranza di riscattare la propria esistenza dall’inevitabile compromesso con il reale, trasformandola in una entità esteticamente compiuta, ossia in fabula....

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