Cultura
Annie Ernaux, l’ordinarietà investita di luce
Nobel letteratura Nata in un villaggio della Normandia nel 1940, studi con Pierre Bourdieu, la scrittrice francese dipana nei suoi romanzi, soprattutto «Il posto» e «Gli anni», i riflessi di un’esistenza marginale divenuta destino, e le ipoteche del suo imbarazzo per l’ambiente d’origine, che vuole lasciare
Annie Ernaux – Foto di Ernesto Ruscio /Getty Images
Nobel letteratura Nata in un villaggio della Normandia nel 1940, studi con Pierre Bourdieu, la scrittrice francese dipana nei suoi romanzi, soprattutto «Il posto» e «Gli anni», i riflessi di un’esistenza marginale divenuta destino, e le ipoteche del suo imbarazzo per l’ambiente d’origine, che vuole lasciare
Pubblicato circa 2 anni faEdizione del 7 ottobre 2022
La scrittura come testimonianza di una verità, parola temeraria ma che Annie Ernaux ha saputo incarnare nel tempo alla stregua tanto di un pegno etico con i propri lettori quanto di uno sguardo politico su un arcano di solito omesso dalla letteratura, e cioè il fatto che la lotta di classe (la cui esistenza è oggi negata dal senso comune) si manifesti non soltanto nell’evidenza esterna dei conflitti sociali ma anche nell’imprinting che modella le emozioni e i pensieri degli esseri umani. In mezzo secolo di attività e una ventina di opere narrative, fin dall’esordio de Gli armadi vuoti (del...