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Annotazioni dal giorno in cui sono diventata un’anziana (e anche a rischio)

Annotazioni dal giorno in cui sono diventata un’anziana (e anche a rischio)Ben Heine, "Sconosciuta adagiata su poltrona rossa", acquerello, dal sito Shutterstock inc.

#donne&lavoro/ 5 Ci si scandalizza oggi per questa strage di anziani, per questa poca cura dei corpi deboli che ha dimostrato tutti i suoi limiti perché non al centro delle attenzioni delle politiche, perché marginalizzata e confidata al profitto.Di fronte alla pandemia si scopre, come fosse una novità, che siamo tutti dipendenti dalla cura, che tutti dobbiamo essere riprodotti da qualcuno, che ciascuno di noi ha in sé la debolezza del vivente, che da soli non ce la facciamo

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 21 aprile 2020
Fino al 21 febbraio 2020 ero una «diversamente giovane», potevo progettare il futuro, viaggiare, era normale che curassi il mio aspetto, nuotavo regolarmente estate e inverno, ballavo il tango argentino. Prima della pandemia, anzi, il refrain che mi circondava e mi circuiva ogni giorno era che si adottasse come stile di vita il giovanilismo: bisognava essere in buone condizioni fisiche («ma come ti trovo bene», «non dimostri la tua età», «ma come sei in forma», detto tante volte che una finiva per crederci); la pubblicità tempestava di creme per le «pelli mature» contro le rughe, proponeva «fitness a go go»,...

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