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Antonio Rezza, cirrosi mia fatti capanna

Antonio Rezza, cirrosi mia fatti capanna

L'anticipazione Da «Pantagruel», in uscita il 26 novembre a cura di Elisabetta Sgarbi e Massimo Donà, edito dalla Nave di Teseo: una rivista-libro da collezione di quasi 1000 pagine, che raccoglie numerosi interventi (tra i quali anticipiamo quello di Antonio Rezza) di storici, filosofi, teologi, matematici, fotografi, scrittori, giornalisti, divulgatori scientifici, agronomi, enologi, zoologi, cantautori, musicisti, chef, imprenditori e storici dell’arte

Come il pane anche il vino fece la sua parte quella sera all’imbrunire. Non venne spezzato perché il vino si curva ma non si spacca, è più adatto al compromesso, non fa leveci della fame, lavora ai bordi della socializzazione e donaspesso solitudine. Ma del vino versato per voi e per quasi tutti durante la remissione dei peccati, non è mai stato chiarito se contenesse o no i solfiti, i nemici del bevitore moderato e incompetente. Ho del vino un’immagine opposta, mi piace quel senso di distacco che consente, ma detesto il dolore alla testa che mi fa, dopo mezz’ora...

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