Alias
Anya Taylor-Joy, il set come un rifugio
Intervista Un'attrice emergente versatile, dal ruolo della strega inquietante a quello del genio degli scacchi
Da «Regina degli scacchi», 2020
Intervista Un'attrice emergente versatile, dal ruolo della strega inquietante a quello del genio degli scacchi
Pubblicato quasi 4 anni faEdizione del 2 gennaio 2021
Luca CeladaLOS ANGELES
Ha vinto un trofeo Chopard a Cannes e il premio «rising star» del BAFTA, ma più che giovane promessa ormai Anya Taylor-Joy è una star a tutti gli effetti, fra i nuovi volti più universalmente conosciuti dopo l’exploit planetario di Regina degli schacchi. Non male per una carriera di appena sei anni iniziata con l’esordio propiziatorio in The Witch di David Eggers, poi le collaborazioni con M. Night Shyamalan in Split e Glass, il successo indie al Sundance con la commedia dark Thoroughbreds (con il compianto Anton Yelchin). Sul piccolo schermo ha fatto Peaky Blinders per la BBC e per...