Editoriale

Appello al Parlamento: #Nodiffamazione

La nuova legge sulla diffamazione è sbagliata. Da che doveva essere una riforma della legge sulla stampa per evitare il carcere ai giornalisti colpevoli di riportare fatti falsi, rischia di […]

Pubblicato quasi 10 anni faEdizione del 23 dicembre 2014

La nuova legge sulla diffamazione è sbagliata.

Da che doveva essere una riforma della legge sulla stampa per evitare il carcere ai giornalisti colpevoli di riportare fatti falsi, rischia di diventare un grave danno per il diritto di cronaca e la libertà d’informazione.

La legge sulla diffamazione che tornerà alla Camera a Gennaio prevede una multa fino a 50 mila euro per colui che è considerato colpevole di diffamazione, obbliga alla rettifica immediata e integrale al testo ritenuto diffamatorio dall’interessato, senza possibilità di replica o commento né del giornalista né del direttore responsabile, e prevede la cancellazione della notizia dal web per affermare il diritto all’oblio ma senza bilanciarlo col diritto di cronaca e alla memoria, e soprattutto senza una norma incisiva contro le querele temerarie. Previsioni che non valgono solo per testate registrate, quotidiane, cartacee, radiotelevisive, ma anche per libri, siti e blog. Con un effetto deterrente soprattutto per i giornalisti precari e i blogger che certo non possono permettersi di rischiare sanzioni tanto elevate.
E questo accade in una situazione in cui diventa sempre più rilevante il ruolo di un giornalismo capace di denunciare malaffare e corruzione e di rendere pubblico ciò che taluni gruppi di potere vorrebbero tenere nascosto. Un momento in cui il rilancio del giornalismo – in crisi strutturale e congiunturale – obbliga a ripensare la missione editoriale di ciascuno con il lavoro sul campo, la presa diretta, gli approfondimenti, le inchieste, la capacità di seguire gli eventi dopo che sono accaduti: proprio quel lavoro che i malfattori vorrebbero silenziare e che sarebbe più esposto alla spada di Damocle della nuova legge.

Questa legge sulla diffamazione somiglia troppo a un inaccettabile “mettetevi in riga” di fronte alle denunce di quei giornalisti coraggiosi che difendono il diritto dei cittadini ad essere informati per fare scelte libere e consapevoli.
Per questo invitiamo tutti i cittadini a chiedere ai parlamentari di non approvare questa legge e al Capo dello Stato di non apporre la propria firma a questo improvvido testo normativo, evitandone la promulgazione.
Ne va della libertà di tutti.
Associazione Articolo 21
Associazione Nazionale Stampa Online (Anso)
Libera Informazione
Libertà e Partecipazione

Primi firmatari: Matteo Bartocci, Stefano Corradino, Alberto Crepaldi, Santo Della Volpe, Arturo Di Corinto, Tommaso Di Francesco, Carola Frediani, Alessandro Gilioli, Beppe Giulietti, Betto Liberati, Mara Filippi Morrione, Fausto Napolitano, Giovanni Maria Riccio, Guido Romeo, Fulvio Sarzana, Guido Scorza, Vincenzo Vita

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