Cultura
Apperbohr, il baratro del linguaggio
Narrativa «Il cinghiale che uccise Liberty Valance» di Giordano Meacci, per minimum fax. Un personaggio epifanico si aggira per un sonnolento villaggio tra Toscana e Umbria
Narrativa «Il cinghiale che uccise Liberty Valance» di Giordano Meacci, per minimum fax. Un personaggio epifanico si aggira per un sonnolento villaggio tra Toscana e Umbria
Pubblicato più di 8 anni faEdizione del 8 aprile 2016
Un giorno Apperbohr, «una massa che i secoli hanno plasmato a forma di cinghiale», aggirandosi nelle campagne tra Toscana e Umbria – gli zoccoli che scavano nella torba, le mele rubate e mangiate – si ritrova su una sua personale via di Damasco: la luce che lo abbaglia non lo redime ma lo precipita nel baratro del linguaggio. Perché il presentimento della lingua – la possibilità che i suoni significhino e che in ogni loro miscuglio ci sia l’ambizione (se non la tracotanza) di estrarre dal mondo qualcosa di comprensibile – non potrà che essere per lui gloria e tormento,...