Visioni

Appunti per un dibattito sulla critica cinematografica

Una scena da «Aggro Dr1ft» di Harmony Korine (2023)Una scena da «Aggro Dr1ft» di Harmony Korine (2023)

Bussole Le parole per dire gli «oggetti filmici» contemporanei: una nuova puntata della nostra riflessione a più voci. Il canone e la libertà, i social e il senso della storia, il non riconoscimento

Pubblicato 4 mesi faEdizione del 16 luglio 2024
Leggo l’articolo di Carlo S. Hintermann sulla critica defunta, sul superamento delle parole-cinema, sull’inutilità oggi di dire e definire cosa è o non è un film. È un articolo radicale, provocatorio, esaltante. Ma non dimentichiamocelo: è un regista, un produttore, a parlare. Non un critico. Hintermann, come ogni artista, ha una visione. Furiosa, euforica, generosa. Liberatoria. Ma precisa. I suoi film lo attestano. Il cinema dovrebbe essere libero. «Non conoscere ci aiuterebbe a capire che non esistono strutture, non esistono buchi di sceneggiatura, ogni disordine è semplicemente un ordine diverso da quello che ci saremmo aspettati. Meglio non aspettarsi più...

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