Cultura
Arbasino, la cassetta degli attrezzi di un fine conversatore
Ritratti La scomparsa a novant'anni dello scrittore e saggista. Fra le sue numerose opere, «Fratelli d'Italia», l'«Anonimo lombardo», ma anche i micro-metaromanzi come «Specchio delle mie brame» o il musical ironico «Amate sponde!»
Alberto Arbasino nella sua casa, 1988 – Ulf Andersen / Aurimages. (© Ulf Andersen/Aurimages via ZUMA Press/Ansa)
Ritratti La scomparsa a novant'anni dello scrittore e saggista. Fra le sue numerose opere, «Fratelli d'Italia», l'«Anonimo lombardo», ma anche i micro-metaromanzi come «Specchio delle mie brame» o il musical ironico «Amate sponde!»
Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 24 marzo 2020
Nonostante il tratto evidente dello stile, che ha formato nei suoi lettori l’idea – del resto da lui stesso promossa – di un nipotino di Gadda, Arbasino è stato per gran parte della sua opera e per il suo intero sentimento delle cose anche uno scrittore civile, che ha osservato come pochi le trasformazioni del nostro Novecento negli ambiti più diversi: lingua, politica, mode culturali. E ha tramandato queste osservazioni in una sorta di conversazione ininterrotta, che si presentava distesamente in romanzi e racconti e in maniera variamente frammentaria negli articoli su quotidiani e settimanali. Il simbolo per eccellenza di...