Alias

Arcangelo Mazzoleni, la texture dell’inconscio

Arcangelo Mazzoleni, la texture dell’inconscio

Intervista Alla Mostra del cinema di Pesaro un focus sul regista sperimentale: che qui racconta il suo lavoro

Pubblicato 6 mesi faEdizione del 8 giugno 2024
C’è sicuramente un’ascendenza filosofico-letteraria del cinema di Arcangelo Mazzoleni (da de Nerval a Rimbaud, da Goll a Blake, da Freud a Merleau-Ponty), e poi c’è un rimando importante e inevitabile alla stagione dell’avanguardia storica e alla cultura iconografica surrealista. Ma ciò che più colpisce nel vedere e rivedere i suoi cortometraggi – realizzati nell’arco di un trentennio (1978-2009) – è la capacità di costruire una affascinante e articolata esplorazione dei nostri stati (e strati) interiori. Non è un caso che uno dei suoi primi film si intitoli proprio Lo spazio interiore, sottolineando così quanto sia abitabile e percorribile in termini...

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

Per continuare a leggere, crea un account gratuito
Hai già un account? Accedi