Alias Domenica
Arp, forme come frutto e come corpo
Alla Guggenheim di Venezia, "La natura di Arp", a cura di Catherine Craft La mostra dà modo di seguire l’organicità di uno sviluppo nel segno dell’«opera aperta»: dalle sagome di legno colorate alle morbide e metamorfiche sculture
Jean Arp, "Risveglio", 1938, Aarau, Aargauer Kunsthaus (dono di Marguerite Arp-Hagenbach), foto Jörg Müller
Alla Guggenheim di Venezia, "La natura di Arp", a cura di Catherine Craft La mostra dà modo di seguire l’organicità di uno sviluppo nel segno dell’«opera aperta»: dalle sagome di legno colorate alle morbide e metamorfiche sculture
Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 21 luglio 2019
Luca Pietro NicolettiVENEZIA
Nel romanzo autobiografico Parigi era viva, pubblicato da Garzanti nel 1949, l’editore e scrittore d’arte Gualtieri di San Lazzaro ricordava che Jean Arp aveva «l’aspetto di un poeta; i suoi poemi erano però dei rilievi, delle incisioni, delle sculture, di cui egli parlava come se fossero opere di un altro, di un fratello, di un caro amico scomparso o lontano». Era l’incipit, questo, di un lungo ritratto umano dell’artista dadaista (ma ormai a tutti gli effetti surrealista) attraverso il quale San Lazzaro faceva emergere le ragioni di determinate scelte figurative. Il suo Arp era un uomo trasognato, ironico, acerrimo oppositore...