Alias Domenica
Art Spiegelman, la resa dei conti
In «MetaMaus», tradotto da Einaudi, il dietro-le-quinte dell’ormai celebre fumetto del disegnatore ebreo-americano diventa forma radicale di autocoscienza
Un ritratto fotografico di Art Spiegelman sullo sfondo di «Maus»
In «MetaMaus», tradotto da Einaudi, il dietro-le-quinte dell’ormai celebre fumetto del disegnatore ebreo-americano diventa forma radicale di autocoscienza
Pubblicato quasi 8 anni faEdizione del 27 novembre 2016
La mole di memorie, studi, romanzi e film dedicati alla Shoah è immensa. Pochissime opere sono riuscite a renderne testimonianza, dunque a dire l’indicibile, come Maus, il romanzo a fumetti di Art Spiegelman premiato con il Pulitzer nel 1992. Nessuno avrebbe potuto prevedere che una storia a fumetti, con gli ebrei ritratti come topi, i tedeschi come gatti e i polacchi come maiali, potesse avere un impatto così forte, paragonabile solo ad alcune delle memorie più potenti o a quella pietra miliare che è il film di Claude Lanzmann Shoah. Allo stesso modo sarebbe stato difficile immaginare che due decenni...