Politica

Assalto mirato all’altoforno

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Pimbino I dipendenti lanciano un video-appello al papa e al parlamento. E qualcuno inizia lo sciopero della fame: «Sacrificati per privilegiare la siderurgia tedesca»

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 22 aprile 2014
«Il governo ci dice sempre che siamo strategici. Bene, allora si riappropri dello stabilimento». In questa osservazione di Paolo Francini, che sta passando le feste pasquali in sciopero della fame davanti ai cancelli della fabbrica, è condensata la storia impossibile delle Acciaierie di Piombino. Non un’industria qualunque ma il secondo polo siderurgico italiano. Condannato alla chiusura, per decisione della massima espressione politica del paese. Una sentenza definitiva, si legge nei comunicati dei ministeri. Definiti, con formula quanto mai infelice, «competenti». E con la pelosa carità di chi loda il «senso di responsabilità» di quattromila lavoratori. Operai messi all’angolo fra l’accettare...

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