Alias Domenica
Assoli per voce bianca, l’esperienza bellica da un’altra prospettiva
Svetlana Aleksievich, «Gli ultimi testimoni», da Bompiani Gli ex bambini-soldato, intervistati decenni dopo dalla scrittrice russa, restituiscono faticosamente un’immagine dell’invasione nazista in cui il senso di perdita prevale su ogni griglia interpretativa
«L’infanzia di Ivan» (1962) di Andrej Tarkovskij
Svetlana Aleksievich, «Gli ultimi testimoni», da Bompiani Gli ex bambini-soldato, intervistati decenni dopo dalla scrittrice russa, restituiscono faticosamente un’immagine dell’invasione nazista in cui il senso di perdita prevale su ogni griglia interpretativa
Pubblicato più di 8 anni faEdizione del 8 maggio 2016
«In mezzo alla gioia di una nazione che ha pagato duramente il diritto di proseguire la costruzione del socialismo, c’è – tra tanti altri – questo buco nero: la morte di un bambino nell’odio e nella disperazione. Nulla, neppure il comunismo a venire riscatterà questo». Così Jean-Paul Sartre nel settembre 1962 in una lettera indirizzata a l’Unità aveva replicato alle accuse di vuoto preziosismo formale rivolte da Ugo Casiraghi all’Infanzia di Ivan, il primo lungometraggio di Andrej Tarkovskij, Leone d’oro quello stesso anno a Venezia. Incrociando le lame con chi aveva scorto nel film un mero tradimento estetizzante al canone...