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Aver paura dei «barbari» e del vento

Verità nascoste Silvio Perrella in "Io ho paura" affronta un tema difficile con un’immediatezza dello sguardo che dialoga con l’eleganza della trama narrativa. Centrale è il riferimento alla poesia di Kavafis, «Aspettando i barbari», che descrive l’attesa dei barbari a Roma

Pubblicato circa 6 anni faEdizione del 17 novembre 2018
Nel suo libro Io ho paura (Neri Pozza), Silvio Perrella tratta un tema difficile con un’immediatezza dello sguardo che dialoga con l’eleganza della trama narrativa. Centrale è il riferimento alla poesia di Kavafis, «Aspettando i barbari», che descrive l’attesa dei barbari a Roma. I senatori non legiferano: le leggi le faranno i nuovi arrivati. L’imperatore ha pronta la pergamena per conferire loro titoli. Consoli e Pretori sono coperti di pietre preziose e d’oro: fanno colpo.Tutt’a un tratto, l’attesa si dissolve. I barbari, non ci sono più, non verranno. «Come faremo – si chiede il poeta – adesso senza barbari? Dopotutto...

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