Europa

Aziende che scappano o corrono ai ripari, nell’incertezza generale

Aziende che scappano o corrono  ai ripari, nell’incertezza generaleLen McCluskey, segretario di Unite, il più grande sindacato del Regno Unito, con i lavoratori della Honda di Swindon; sotto un angolo di Brixton – LaPresse

Verso il 29 marzo Molti europei con contratto hanno fatto richiesta ufficiale per il permesso di residenza, paracadute minimo in caso Brexit vada effettivamente in porto. «Sono i lavoratori non specializzati a rischiare più di tutti». Esemplificativo il recente annuncio da parte di Honda di voler chiudere i propri impianti a Swindon entro il 2022. E anche il settore delle start-up tecnologiche sta iniziando a subire i primi colpi

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 12 marzo 2019
Per farsi un’idea ottimistica e assolutamente non rappresentativa dell’umore nazionale a pochi giorni dal fatidico 29 marzo, il Brexit day, basta prendere la metro Victoria, direzione sud, fino al capolinea di Brixton, municipio di Lambeth, South London. Già quartiere-ghetto destinazione forzata della comunità migrante caraibica, storicamente malfamato attraversato da riot epocali negli anni Ottanta, da alcuni anni Brixton è stato investito dall’onda lunga della gentrificazione. Sotto le arcate di ferro battuto del mercato coperto, un tempo monopolizzato da ortofrutta e drogherie a buon prezzo, prendono sempre più piede negozietti vintage e ristoranti etnici pensati per una classe di consumatori già...

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