Internazionale
Bagram, la missione non conclusa di Obama
Afghanistan È il carcere delle stragi e della tortura e l’«hub» strategico della guerra. Una «Guantanamo afghana». Sulla pelle dei detenuti della base militare-lager si gioca da molto tempo un duro braccio di ferro tra Kabul e Washington
Nel carcere di Bagram – Reuters
Afghanistan È il carcere delle stragi e della tortura e l’«hub» strategico della guerra. Una «Guantanamo afghana». Sulla pelle dei detenuti della base militare-lager si gioca da molto tempo un duro braccio di ferro tra Kabul e Washington
Pubblicato quasi 11 anni faEdizione del 11 gennaio 2014
A una quarantina di chilometri da Kabul, lungo l’arteria principale che collega la capitale afghana al nord del paese, i viaggiatori non possono non notare, protetta dal filo spinato, sorvegliata dagli «occhi digitali» della sorveglianza panottica e sufficientemente lontana dalla strada, Bagram. Fondata negli anni Cinquanta, riadattata alle necessità delle nuove guerre, è la più grande base militare dell’Afghanistan. Sede di un vasto contingente di soldati internazionali (soprattutto americani), oggi è un hub strategico del conflitto afghano. Non è un caso che l’Accordo di sicurezza bilaterale tra Afghanistan e Stati Uniti preveda che gli americani godano dell’uso esclusivo di Bagram,...