Alias Domenica
Baltrušaitis, la leggenda delle forme
A cinquant’anni dal "Medioevo fantastico", un ritratto di Jurgis Baltrušaitis Dal giovane studioso dei sistemi ornamentali medievali, tra purovisibilismo e Focillon, all’appassionato rabdomante del fantastico. Nuove linee di studio: i suoi disegni, le sue radici lituane
Jurgis Baltrušaitis (1903-1988) nel film del Louvre (1990) per la serie «I grandi storici dell’arte»
A cinquant’anni dal "Medioevo fantastico", un ritratto di Jurgis Baltrušaitis Dal giovane studioso dei sistemi ornamentali medievali, tra purovisibilismo e Focillon, all’appassionato rabdomante del fantastico. Nuove linee di studio: i suoi disegni, le sue radici lituane
Pubblicato circa 2 anni faEdizione del 20 novembre 2022
«Perché quel che vediamo non è tutto il visibile», affermava Massimo Oldoni nella sua entusiastica Introduzione al Medioevo fantastico, uscito per la prima volta esattamente mezzo secolo fa. L’affermazione è quasi una epigrafe all’opera di Jurgis Baltrušaitis (1903-’88), lo storico dell’arte lituano naturalizzato francese, noto al pubblico italiano grazie alla proditoria opera di traduzione portata avanti da Adelphi, e all’acume raffinatissimo di Roberto Calasso che di Jurgis e della moglie Hélène divenne amico, frequentando l’appartamento di Villa Virginie a Porte d’Orléans. Disegno di Jurgis Baltrušaitis da un bassorilievo di Santa Maria de Aguilar de Campóo Visibile e invisibile agli occhi....