Cultura
Baluginanti corpi estranei letterari
Narrativa "Ritmi di veglia" di Raffaella D'Elia, per Exòrma. Un libro che chiede di essere letto lentamente, seguendone il respiro sincopato, tastandone i rilievi e i vuoti d’aria, i frequenti cambi di passo che d’un tratto separano le pagine per poi riavvicinarle, a distanza, secondo una mappa di riferimenti che via via si chiarisce e al contempo sfuma in allegoria
Narrativa "Ritmi di veglia" di Raffaella D'Elia, per Exòrma. Un libro che chiede di essere letto lentamente, seguendone il respiro sincopato, tastandone i rilievi e i vuoti d’aria, i frequenti cambi di passo che d’un tratto separano le pagine per poi riavvicinarle, a distanza, secondo una mappa di riferimenti che via via si chiarisce e al contempo sfuma in allegoria
Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 14 maggio 2020
Quello di Raffaella D’Elia – a cinque anni da Come le stelle fisse e a dieci dall’esordio di Adorazione – era un ritorno atteso. Almeno per chi era già incappato nella sua scrittura restandone ammaliato. Distanti dai percorsi narrativi più battuti, quelle scritture di D’Elia erano veri corpi estranei, baluginanti microcosmi posati su palinsesti eterogenei, composizioni dense ed evocative tra il saggio, l’autobiografia e la finzione. Questo terzo libro, Ritmi di veglia (Exòrma, pp. 120, euro 13), conferma tale postura e fa pure uno scarto di lato, intessendo il testo con il filo legato a una figura di danzatrice, Ida,...