Economia

Bce, l’addio di Draghi un’eredità scomoda nella crisi che incombe

Bce, l’addio di Draghi un’eredità scomoda nella crisi che incombeMario Draghi

Il ritratto Il primo novembre Mario Draghi lascia la presidenza della Banca Centrale Europea all'ex Fmi Christine Lagarde: «Porterò questa esperienza con me. È ancora presto per dire quanto tutto questo si rifletterà internamente». Storia degli otto anni di un mandato che hanno cambiato la Banca Centrale Europea e di un banchiere che ha usato il potere performativo della parola per restituire ai mercati la loro illusione: l'equilibrio. Gli acquisti dei titoli ripartiranno con un ritmo da 20 miliardi di euro al mese. Il rilancio della politica monetaria accomodante e i suoi problemi

Pubblicato circa 5 anni faEdizione del 25 ottobre 2019
I giornalisti del quotidiano tedesco Bild hanno regalato a Mario Draghi un elmetto prussiano nel marzo 2012. Pensavano che il suo atteggiamento risoluto fosse quello di un “rigorista” che applicava il verbo monetarista indipendentemente dalla realtà economica. Sbagliavano: il presidente della Banca Centrale Europea, giunto ieri all’ultima conferenza stampa a Francoforte del suo mandato di otto anni, non è un fanatico idealista. È un realista capace di colpi di teatro ben preparati (l’ormai celebre «Whatever It Takes»: fare tutto il necessario per «salvare» l’euro nel 2012) e dotato di una notevole versatilità pragmatica. Adatta cioè la teoria della stabilità di...

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