Internazionale
Beirut, non è una tardiva “primavera araba”
Libano Gli slogan scanditi nei giorni scorsi dai manifestanti ricordano quelli delle proteste di cinque anni fa in Tunisia ed Egitto ma il Libano era e resta fortemente condizionato dal settarismo e dalle dinamiche politiche interne e regionali
Libano Gli slogan scanditi nei giorni scorsi dai manifestanti ricordano quelli delle proteste di cinque anni fa in Tunisia ed Egitto ma il Libano era e resta fortemente condizionato dal settarismo e dalle dinamiche politiche interne e regionali
Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 25 agosto 2015
Non è il caso di lasciarsi suggestionare dallo slogan che urlavano l’altra sera i libanesi: “Il popolo vuole la caduta del regime”. Parole note un po’ a tutti, scandite cinque anni fa da milioni di tunisini ed egiziani e che fecero crollare i dittatori Zine El Abidine Ben Ali e Hosni Mubarak. Le proteste a Beirut e gli scontri violenti degli ultimi giorni scorsi hanno ben poco in comune con la cosiddetta “primavera araba”, sfociata nel bagno di sangue al quale ora assistiamo in Iraq, Siria, Bahrain, Libia e Kurdistan. Niente accade in modo realmente spontaneo nel Libano piegato sotto...