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Bela Ciao
Liberazione Un canto di morte gorgheggiato da alcuni attori diventa il simbolo di un 25 aprile celebrato da un vecchio solitario Capo dello Stato, che dovrebbe restare a casa a tempo indeterminato secondo i nostri illuminati regolatori
Matarella davanti alla Tomba del Milite Ignoto - Roma, 25 aprile 2020 – LaPresse
Liberazione Un canto di morte gorgheggiato da alcuni attori diventa il simbolo di un 25 aprile celebrato da un vecchio solitario Capo dello Stato, che dovrebbe restare a casa a tempo indeterminato secondo i nostri illuminati regolatori
Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 30 aprile 2020
La mia amica Luciana Percovich ha ‘postato’ (come orribilmente si dice) su facebook la versione di ‘Bella ciao’ di Goran Bregovic. È una bellissima versione, allegra e coinvolgente. Davanti a lui una folla di ragazze e ragazzi con le braccia alzate cantano “Bela ciao”, secondo la sua pronuncia. Anche a me verrebbe ora di cantare ‘Bela ciao’, anche se posso solo disperderlo sulle acacie. Il 25 aprile ha cavalcato questa canzone, una delle canzoni più tristi che conosca: non parla di resistenza e ancor meno di vittoria: parla di morte, di sconfitta, di memoria perduta. Perché proprio questa canzone è...