Visioni
Béla Tarr, il linguaggio del film, il senso del mondo
Intervista Conversazione col regista a partire dal restauro di «Satantango» venticinque anni dopo la prima proiezione al Forum di Berlino. L'abbandono del cinema, l'arte. La letteratura, il nuovo progetto «Missing People» al prossimo Wiener Festwochen
Béla Tarr
Intervista Conversazione col regista a partire dal restauro di «Satantango» venticinque anni dopo la prima proiezione al Forum di Berlino. L'abbandono del cinema, l'arte. La letteratura, il nuovo progetto «Missing People» al prossimo Wiener Festwochen
Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 26 aprile 2019
L’appuntamento è all’Hotel Savoy, il centro della vecchia Berlino ovest laddove prima che il Muro si sbriciolasse e nello spazio rimasto vuoto lungo i suoi confini sorgesse la nuova città della riunificazione, tutto avveniva. Lui ci va sempre, è una questione sentimentale e insieme di insofferenza verso gli edifici agglomerati intorno a Potsdamer Platz. Di fronte all’albergo c’è il Delphi, la storica sede del Forum, è lì che durante la Berlinale di venticinque anni fa Béla Tarr ha presentato per la prima volta al mondo Satantango (1994), un film che ha scompigliato le regole del cinema contemporaneo rendendo il suo...