Lavoro
Beni Culturali, la protesta: “Il lavoro va pagato, no allo sfruttamento dei volontari”
Da Milano a Catania, da Cagliari a Trieste, la mobilitazione della campagna "Mi riconosci? Sono un professionista dei beni culturali". La protesta contro i bandi del Mibact per il servizio civile e il lavoro sottopagato dei volontari che suppliscono al blocco del turn over
Da Milano a Catania, da Cagliari a Trieste, la mobilitazione della campagna "Mi riconosci? Sono un professionista dei beni culturali". La protesta contro i bandi del Mibact per il servizio civile e il lavoro sottopagato dei volontari che suppliscono al blocco del turn over
Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 25 maggio 2017
Dalla Soprintendenza di Firenze ai beni terremotati delle marche, dall’Università del Salento ai ponti romani in abbandono di Padova fino ai Musei Civici di Rimini, ieri i precari dei beni culturali sfruttati hanno dato vita a una protesta nazionale contro il lavoro gratuito e il volontariato usati nella P.A. per supplire al blocco del turn over e all’allungamento dell’età pensionabile della legge Fornero. La partecipazione è stata fisica, ai presidi di Lecce, Ravenna, Treviso, Padova, Milano, e stamattina Roma, e virtuale con centinaia di foto con cartelli, striscioni e slogan contro lo sfruttamento nei beni culturali pubblicate sulla pagina facebook...