Alias
Benjamin, dialettica napoletana
Il libro Nuova edizione e traduzione, integrata da alcuni tagli rispetto alla versione pubblicata in «Immagini di città»: «Napoli porosa», da Dante&Descartes
Walter Benjamin
Il libro Nuova edizione e traduzione, integrata da alcuni tagli rispetto alla versione pubblicata in «Immagini di città»: «Napoli porosa», da Dante&Descartes
Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 18 aprile 2020
Tra la città di Napoli e il pensiero filosofico del Novecento sembra esservi una qualche segreta affinità: pare che fu quando Sraffa gli chiese quale fosse la logica del gesto napoletano «me ne frego», che Wittgenstein comprese che l’analisi logica delle proposizioni era insufficiente a chiarire il modo di funzionamento del linguaggio umano. La limpidezza deduttiva del Tractatus era stata messa in crisi da quella fusione di gesto, senso ed espressione che caratterizza l’uso mediterraneo del linguaggio. Questa capacità partenopea di «compenetrare» alto e basso doveva segnare un’intera generazione di filosofi: Theodor Adorno, Siegfried Kracauer, Alfred Sohn-Rethel, ma soprattutto Asja...