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Benjamin e il partito della sinistra
Dopo il 4 marzo Non serve abbandonarsi alla «melanconia» o al fatalismo. Nella storia come in politica c’è sempre una alternativa. Le energie ci sono. La grande vittoria al referendum del dicembre 2016, dimostra che l’opinione pubblica ha capacità, proprio nei momenti topici, di cogliere l’essenziale
Dopo il 4 marzo Non serve abbandonarsi alla «melanconia» o al fatalismo. Nella storia come in politica c’è sempre una alternativa. Le energie ci sono. La grande vittoria al referendum del dicembre 2016, dimostra che l’opinione pubblica ha capacità, proprio nei momenti topici, di cogliere l’essenziale
Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 4 maggio 2018
Malinconia di sinistra intitolava Walter Benjamin un suo breve saggio del 1937. Ce l’aveva con gli intellettuali di sinistra, tedeschi ed europei, degli anni ‘30, depressi e melanconici perché sopraffatti dalla «routine», non più capaci di «provare disgusto», oggi si direbbe di indignarsi. «Radicali di sinistra» ridottisi a «creare, dal punto di vista politico, non partiti ma cricche». La conclusione era senza appello: «Qquesto radicalismo di sinistra è proprio precisamente quell’atteggiamento a cui non corrisponde più nessuna azione politica». A qualcuno, oggi, in Italia, dovrebbero fischiare le orecchie. Il risultato del 4 marzo ha investito l’intero spettro della sinistra e...