Beppe Fenoglio, un prodigio di lingua e stile oltre la retorica
Beppe Fenoglio, illustrazione per il manifesto di Ettore Viola, 2022
Cultura

Beppe Fenoglio, un prodigio di lingua e stile oltre la retorica

ANNIVERSARI A cento anni dalla nascita del più grande prosatore italiano del secondo Novecento. Esordisce nel ’52 con «I ventitré giorni della città di Alba», poi «La malora» e «Primavera di bellezza». Il resto è postumo, da «Una questione privata» (’63) a «Il partigiano Johhny» (’68). Dopo la sua morte, sono state trovate oltre duemila pagine di inediti, uno scrigno di lettere e romanzi
Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 26 febbraio 2022
Il suo libro di esordio avrebbe dovuto intitolarsi Racconti della guerra civile e invece uscì da Einaudi, nel ’52, con il titolo I ventitré giorni della città di Alba nella collana che oggi diremmo di talent, «I Gettoni», promossa da Elio Vittorini. Il titolo d’autore in piena Guerra Fredda suonava allora ambiguo, almeno per il lessico di senso comune, nei confronti dei fascisti repubblichini come se indirettamente li nobilitasse. E non lo avrebbe mai voluto l’autore del volume, Beppe Fenoglio, un ignoto esordiente, trentenne autodidatta di Alba e procuratore di una azienda vinicola, già ufficiale di collegamento nei badogliani del...

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