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Berenson, l’occhio e la colpa

Berenson, l’occhio e la colpaBernard Berenson in una storica foto degli anni cinquanta

Rachel Cohen, «Bernard Berenson. Da Boston a Firenze», Adelphi Fra romanzo e saggio, la vita del grande conoscitore d'arte: frequenti rinascite, e misteri

Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 25 giugno 2017
Tra miserie e incertezza, il 26 giugno 1865, nel paese di Butrimonys, quattromila anime a sessanta chilometri da Vilnius, in Lituania, nacque, da un venditore ambulante di stoviglie di nome Albert Valvrojenski e dalla diciassettenne Judith Mickleshanski, Bernhard. Dieci anni più tardi, dopo l’incendio che ne distrusse la casa, i Valvrojenski lasciarono per sempre l’Europa dell’Est; raggiunsero i cugini a Boston e cambiarono il loro cognome in Berenson. Così inizia la storia di uno dei più importanti conoscitori e storici dell’arte italiana che hanno attraversato gli scorsi due secoli, raccontata da Rachel Cohen in Bernard Berenson Da Boston a Firenze...

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