Alias Domenica
Bettini: opere d’arte, perché siete così?
Sergio Bettini: la ristampa, da Quodlibet, di "Tempo e forma", a cura di Andrea Cavalletti In questi scritti, da Bisanzio al Novecento, l'assillo metodologico è costante: nel segno "strutturale" di Focillon
Giambattista Tiepolo, part. del "Trionfo dell’Eloquenza", Venezia, Palazzo Sandi
Sergio Bettini: la ristampa, da Quodlibet, di "Tempo e forma", a cura di Andrea Cavalletti In questi scritti, da Bisanzio al Novecento, l'assillo metodologico è costante: nel segno "strutturale" di Focillon
Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 19 aprile 2020
«Alla mia età, e dopo tanti anni di cattedra, (ho) la coscienza (non presunzione) di essere tra i pochi innovatori metodologici nel mio campo di studi ancorché viva solitario – come solo può fare chi pensa –, pubblichi poco, e non mi sbracci a destra e a sinistra». Così si descriveva, nel 1964, alquanto piccato, Sergio Bettini al collega e amico di lunga data Rodolfo Pallucchini. All’epoca Bettini aveva 59 anni (era nato nel 1905), e da trenta insegnava all’Università di Padova, dove nel 1956 era giunto, dopo un periodo a Bologna, anche lo stesso Pallucchini. Si era insomma ormai...