Perdonatemi oggi faccio fatica a capire. Se mi dici “ Neanche nel 1968 pensavo che avremmo vinto, che avremmo fatto la rivoluzione e preso il potere e che avremmo raddrizzato le gambe ai cani. Non l’ho mai pensato seriamente. Vedevo come era andata a finire in Unione Sovietica, e pensavo: meglio non riprovarci, finirebbe certamente male.” come puoi pensare di “Oggi è importante creare occasioni di mobilitazione collettiva per sperimentare forme di vita frugali e solidali, indipendenti dal mercato, indipendenti dallo stato. “ mi domando per fare ché?
L’idea dell’Isola felice è un idea triste, e a dire il vero, speravo di non sentirla più. Mentre tu coltivi pomodori biodinamici in armonia con il tuo riadattato scantinato, i vicini di casa t’ammorbano con i loro allevamenti intensivi, oltre ad aver a che fare con dei sgraziati, ma terribilmente affamati, barbari che periodicamente e violentemente saccheggiano quel poco che hai . Forse è il momento di farsi meno pippe intellettuali e credere di più nelle azioni concrete oggi, non domani, oggi e senza assoggettarle a ipotetici giudizi futuri sul nostro operato di adesso. Animo gente, già piove e che diamine…