ExtraTerrestre

«Bio e moda etica battono le ‘ndrine»

Intervista tervista a Vincenzo Linarello, a capo del consorzio Goel che gestisce beni confiscati alle mafie nella locride. Alla vigilia delle elezioni regionali, l’esempio di un’impresa sostenibile alternativa all’economia malavitosa

Pubblicato quasi 5 anni faEdizione del 23 gennaio 2020
Se qualcuno in Calabria avesse voluto davvero declinare l’abusata parola «rinnovamento» avrebbe dovuto bussare alla porta di Vincenzo Linarello, non certo a quella di Pippo Callipo. Cangiari (cambiare nel vernacolo di Calabria) è, anche, il nome che Linarello ha dato all’azienda di moda ecoetica – nata dal gruppo cooperativo Goel che lavora con i beni confiscati alla cosche – attiva nella realizzazione dell’alta sartoria prodotta con tessuti naturali. Goel è un’isola felice nella Locride, un gruppo di aziende solidali e della filiera etica che riunisce i produttori agricoli che si oppongono alla ‘ndrangheta. A pochi giorni dalle più pazze elezioni...

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