Alias Domenica
Biografia scritta con la camera in spalla
Tatiana de Rosnay, «Daphne», da Neri Pozza Un libro ‘girato’ nelle case della Du Maurier, con negli occhi quella gotica e sontuosa di «Rebecca»
Joan Fontaine in "Rebecca" di Alfred Hitchcock, 1940
Tatiana de Rosnay, «Daphne», da Neri Pozza Un libro ‘girato’ nelle case della Du Maurier, con negli occhi quella gotica e sontuosa di «Rebecca»
Pubblicato quasi 8 anni faEdizione del 27 novembre 2016
Talmente fascinoso da sembrare uno pseudonimo, benché ormai non più famoso come allora, il nome di Daphne Du Maurier attraversa il tempo illuminato dal fiabesco bianco e nero di Rebecca. Sopravvive impigliato ai tronchi, alle radici, ai rami su cui Alfred Hitchcock inchioda la macchina da presa nell’onirica sequenza iniziale del suo primo film americano, l’unico premiato con un Oscar. Ha la forma delle spirali di nebbia che intorno a quelle fronde si allargano sinistre con effetto di sipario, il suono della musica inquietante da cui lo spettatore è accompagnato lungo il sentiero in abbandono verso la casa dentro il...