Alias Domenica
Blanchot, la scrittura dell’oltranza e l’onnipresenza della morte
"Riga" per Blanchot Giuseppe Zuccarino ricostruisce la complessa e sfuggente figura del filosofo e intellettuale francese: testi inediti, estratti dai romanzi (poco noti in Italia), testimonianze, studi, interventi critici. All’insegna della «eccezione»
Una delle litografie di Bram Van Velde per La folie du jour di Maurice Blanchot, 1973, edizioni Fata Morgana, stampa Pierre Badey, Parigi
"Riga" per Blanchot Giuseppe Zuccarino ricostruisce la complessa e sfuggente figura del filosofo e intellettuale francese: testi inediti, estratti dai romanzi (poco noti in Italia), testimonianze, studi, interventi critici. All’insegna della «eccezione»
Pubblicato circa 7 anni faEdizione del 10 settembre 2017
«Io ho sempre cercato, con più o meno ragione, di apparire il meno possibile, non per esaltare i miei libri, ma per evitare la presenza di un autore che avanzasse la pretesa a un’esistenza propria». Con tali ragioni Maurice Blanchot (1907-2003) rispondeva con un rifiuto alla richiesta di inserirlo in una pubblicazione comprendente ritratti fotografici di diversi scrittori. È conosciuta la sua avversione a comparire pubblicamente e a rendere manifesta la fisionomia del proprio volto (pochissime sue immagini sono state rese note) ma quel che sorprende è la motivazione del diniego, quella sorta di tautologia che non si può non...