Alias Domenica

Blanchot, legati dal verbo dell’angoscia

Blanchot, legati dal verbo dell’angosciaGeorges Braque, «Teiera e libro», 1949

Passaggi novecenteschi Ciò che interessa il critico francese è il movimento logico della scrittura, lo stile del pensiero, e i libri sono spesso eletti a pretesti di ragionamento: «Passi falsi», dal Saggiatore

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 19 luglio 2020
Nel 1943, quando esce Faux pas, Maurice Blanchot ha alle spalle una ormai decennale militanza giornalistica sui principali fogli dell’estrema destra francese; a molti, anche in ambienti di orientamento ideologico opposto, appare come il più acuto e originale critico militante in attività; nei circoli d’avanguardia è considerato una promessa della letteratura transalpina: da qualche mese Gallimard ha pubblicato il suo secondo romanzo, Aminadab (mai tradotto in italiano: stessa sorte, da noi, anche per il suo ambizioso esordio, Thomas l’obscur, del 1941). Il suo primo volume di saggi è in realtà una raccolta di scritti d’occasione (per lo più recensioni); e...

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