Internazionale
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Il nomadismo del romanziere Grande cinefilo, ha una passione per Buñuel e il suo «Angelo sterminatore»
Salman Rushdie – Ap
Il nomadismo del romanziere Grande cinefilo, ha una passione per Buñuel e il suo «Angelo sterminatore»
Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 14 agosto 2022
«Sono stanco di Londra, sento di non appartenere all’Inghilterra: vorrei trasferirmi negli Stati Uniti, smettere di scrivere dell’India, cambiare scenari e stile. Ho bisogno di muovermi, un po’ come Joyce: ha presente Dedalus? ’Vivere, errare, cadere, trionfare, ricreare la vita dalla vita’». Così Rushdie, al nostro primo incontro, mi parlava di quell’irrequietudine che, nella Vergogna, l’aveva portato a scrivere: «Le radici sono un mito conservatore, inventato per tenerci al nostro posto». Era il novembre del 1988, I versi satanici erano usciti in settembre, il libro era già stato bandito in India (e di lì a poco lo sarebbe stato anche...