Bonelli: «Non scarico Soumahoro ma deve chiarire tutto»

Intervista Il co-portavoce dei Verdi: «Candidatura condivisa con Si per aprire le liste alla società civile. Scelta giusta. Il senno di poi non serve». Ma restano da chiarire due punti controversi: la raccolta fondi per la Lega Braccianti in Puglia, come il deputato potesse non sapere delle proteste nei centri gestiti dalla famiglia nel Lazio. In ogni caso, afferma Bonelli, «è vergognoso che si usi questa vicenda contro chi si batte per i diritti dei migranti o per fare da sponda alla politica ostile che ha tagliato i fondi per l’accoglienza»

Aboubakar Soumahoro e Angelo Bonelli – LaPresse

Pubblicato quasi 2 anni faEdizione del 27 novembre 2022

Giansandro Merli

Angelo Bonelli si sente «profondamente turbato». Dall’esplosione dell’affaire Soumahoro gli è piovuto addosso di tutto: insulti, accuse, il peso delle decisioni passate e di quelle ancora da prendere. Tutto è iniziato una settimana fa, ma ne sembrano trascorse già due o tre. Al manifesto il co-portavoce di Europa Verde rilascia la prima intervista sulla vicenda. È vero che la candidatura di Aboubakar Soumahoro è stata decisa da Europa Verde al congresso europeo di Riga del 3 giugno scorso? Assolutamente no. Non corrisponde al vero. È comunque una candidatura in quota Verdi. È stato candidato da Alleanza Verdi e Sinistra, una...

Pubblicato quasi 2 anni faEdizione del 27 novembre 2022

Patrizio Innamorati

Ma insomma basta! Non aggiungiamo la beffa al danno, non facciamoci prendere in giro, per piacere. Soumahoro non è credibile quando afferma di essere stato all’oscuro di cosa facevano e di come lo facevano moglie e suocera. Così come non sono credibili Bonelli e Fratoianni quando dicono di non aver avuto piena consapevolezza delle criticità connesse alle attività delle due signore e dei rischi che avrebbero corso candidando il marito e genero. Perché delle due l’una, o si sono fatti abbindolare dal personaggio di Soumahoro e dalle sue ambizioni parlamentari, e quindi si sarebbero dimostrati dirigenti incapaci. Ma questo non lo credo, trattandosi di esponenti politici stimati e di vasta esperienza. Oppure erano ben coscienti dei rischi a cui andavano incontro con tale candidatura ed hanno scelto di correrli lo stesso, nella speranza, fondata come abbiamo visto, di raccogliere quella quantità di voti in più che avrebbe aumentato le probabilità di superare lo sbarramento del 3%. Obbiettivo più che legittimo intendiamoci, ma non a questo altissimo prezzo, per loro e i loro partiti, per la sinistra tutta e per i migranti stessi. Comunque, in entrambi i casi, sarebbe opportuno si assumessero la piena responsabilità politica di quanto accaduto e rimettessero il loro mandato agli organi preposti dei rispettivi partiti. Farebbero una figura molto più dignitosa che arrampicarsi sugli specchi per difendere l’indifendibile.

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