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Bonnard, il colore-ragionamento

Bonnard, il colore-ragionamentoPierre Bonnard, "Intérieur blanc", 1932, Musée de Grenoble

Al Museo di Grenoble, "Pierre Bonnard. Les couleurs de la lumière", a cura di Guy Tosatto, Sophie Bernard e Isabelle Cahn Picasso, sprezzante, riduceva Pierre Bonnard ad artista della «sensibilità»: un’occasione in più, adesso, per apprezzarlo nella sua lambiccata complessità. Capovolge la lezione accademica: «il disegno è la sensazione, il colore il ragionamento»

Pubblicato quasi 3 anni faEdizione del 2 gennaio 2022
Davide RaccaGRENOBLE
Pierre Bonnard nel 1941, ritratto fotografico di André Ostier «Non mi parli di Bonnard. Quello che fa non è pittura. Non va mai al di là della sua sensibilità. Non sa scegliere. Quando dipinge un cielo, comincia con un blu, più o meno come è. Poi guarda meglio e vi scorge un po’ di malva; allora ne aggiunge uno o due tocchi senza compromettersi. Poi si convince che c’è anche un po’ di rosa. Il risultato è un pot-pourri di indecisione. Se guarda per più tempo, finisce con l’aggiungere del giallo, invece di decidere di che colore deve essere il...

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