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Bonnard, un Novecento ‘très japonard’

Bonnard, un Novecento ‘très japonard’Pierre Bonnard ritratto verso il 1935 da Andrea Rigo

La mostra di Pierre Bonnard, da Parigi a San Francisco La retrospettiva di Bonnard, a cura di Cogeval e Cahn, riqualifica le profonde radici ottocentesche di un pittore della modernità: una modernità altra e sfuggente

Pubblicato quasi 9 anni faEdizione del 17 gennaio 2016
C’è stato un momento, negli anni quaranta del Novecento, in cui Pierre Bonnard, già capofila dei Nabis, profeti, alla fine del secolo precedente, fu giudicato profeta dell’astrattismo. Perfino un cubista della prima ora, poi rientrato nei ranghi del classicismo, come André Lhote, parlava di Bonnard in termini di astrattismo, e Pierre Bonnard and abstraction si intitolava, subito dopo la morte dell’artista nel 1947, un saggio del critico inglese Patrick Heron. Nel clima dell’espressionismo astratto americano si cercava di allargare il canone della modernità, non, come sarebbe avvenuto più tardi, sostenendo che si può essere moderni senza un aggancio sistematico alle...

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