Alias Domenica
Bononi, dall’Officina ferrarese al naturalismo ‘moderno’
A Ferrara, Palazzo dei Diamanti, "Carlo Bononi. L'ultimo sognatore dell'Officina ferrarese" Nella mostra, a cura di Cappelletti e Sassu, Carlo Bononi si rivela estroso e geniale: un ponte fra gli ultimi fuochi della linea studiata da Roberto Longhi e le novità carraccesca e caravaggesca
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A Ferrara, Palazzo dei Diamanti, "Carlo Bononi. L'ultimo sognatore dell'Officina ferrarese" Nella mostra, a cura di Cappelletti e Sassu, Carlo Bononi si rivela estroso e geniale: un ponte fra gli ultimi fuochi della linea studiata da Roberto Longhi e le novità carraccesca e caravaggesca
Pubblicato circa 7 anni faEdizione del 31 dicembre 2017Edizione 31.12.2017
Maria Cristina TerzaghiFERRARA
Non c’è dubbio che l’Officina Ferrarese, pubblicata da Roberto Longhi nel 1934, vada annoverata tra le pietre miliari della storia della critica d’arte europea. Letto, riletto, compulsato quel testo, l’eccellenza della scuola ferrarese appare oggi come una verità talmente acquisita che quasi si ha pudore a citare. A chiusura di quella straordinaria stagione artistica, Longhi buttava lì il nome del poco noto pittore Carlo Bononi (Ferrara, 1580? – 1632), e, a dirla tutta, dopo generazioni di giganti al servizio degli Este (Ercole de’ Roberti, Cosmè Tura, Boccaccio Boccaccino, Dosso Dossi, tanto per citarne alcuni), la scelta di Bononi, fuori della...