Alias Domenica
Botero, alla dissimulazione non giova l’ira
«Della ragion di stato» di Giovanni Botero, del 1589, nei Millenni Einaudi, a cura di Benedettini e Descendre Ispirato al più asciutto realismo, un trattato controriformista, che chiude un mondo di conflitti e annuncia il «secolo di ferro»
Carta geografica dell’Europa del Seicento disegnata da Louis Renard e pubblicata a Amsterdam nel 1675
«Della ragion di stato» di Giovanni Botero, del 1589, nei Millenni Einaudi, a cura di Benedettini e Descendre Ispirato al più asciutto realismo, un trattato controriformista, che chiude un mondo di conflitti e annuncia il «secolo di ferro»
Pubblicato più di 8 anni faEdizione del 8 maggio 2016
All’indomani della pubblicazione delle sue principali opere, sul finire del XVI secolo, Giovanni Botero venne acclamato, poi variamente ripreso, e infine tradotto in tutta Europa: in particolare, Della ragion di stato, la sua opera maggiore, fu più volte ristampata ed ebbe edizioni latine, spagnole, francesi, tedesche, con una diffusione enorme, paragonabile solo a quella della Gerusalemme liberata. Tuttavia, la sua altalenante fortuna induce a pensare. Nel Settecento, infatti, venne dimenticato e nell’Ottocento la storiografia liberale di ispirazione nazionalistica espresse verso di lui una aperta ostilità; Giuseppe Ferrari lo bollò come reazionario e Francesco De Sanctis riassunse il giudizio dell’epoca definendo...