Alias Domenica
Bousquet, l’imprendibile Pesce d’oro e l’erotica della sofferenza
Novecento francese Tradotte le Lettere a Poisson d’Or 1937-’49 (Moretti & Vitali) in cui la favolosa Germaine – destinataria – stimola un’incandescente riflessione esistenziale di Joë Bousquet, il poeta condannato all’infermità
Jean Dubuffet, Joë Bousquet in Bed, 1947, New York, MoMA
Novecento francese Tradotte le Lettere a Poisson d’Or 1937-’49 (Moretti & Vitali) in cui la favolosa Germaine – destinataria – stimola un’incandescente riflessione esistenziale di Joë Bousquet, il poeta condannato all’infermità
Pubblicato circa 2 anni faEdizione del 18 settembre 2022
La vicenda umana e letteraria di Joë Bousquet (1897-1950) acquisisce, nell’epoca attuale, una valenza paradigmatica per l’irrimediabile condizione di precarietà che la connota. Ferito gravemente al fronte il 27 maggio 1918, il poeta e scrittore francese resterà paralizzato per il resto dei suoi giorni, tra inenarrabili sofferenze, in parte mitigate dall’uso della morfina, nella sua camera blu di Carcassonne dominata da una perenne penombra, dedicandosi alla stesura di innumerevoli testi che passano dalla poesia all’annotazione di taglio diaristico, dalla riflessione speculativa a una narrazione dagli esiti enigmatici e allucinati. Inchiodato al suo letto, attorniato da numerosi quadri di artisti famosi...