Mi sembra che Benifei dica cose di buon senso e anche un po’ di sinistra (fatto che nel PD purtroppo non è scontato). Una osservazione legata ad una delle domande, quella in cui l’intevistatore chiede: “Nel 2007 si disse di voler unire i diversi riformismi. È una formula ancora valida?” e Benifei risponde, secondo me glissando un poco, “In tutti i partiti socialisti europei c’è un pluralismo culturale. Il problema è fissare i cardini …”.
Dobbiamo intenderci su cosa siano i cardini, il problema a mio avviso è che il PD può darsi che sia nato con la buona intenzione di riunire le idee e le esperienze di partiti di estrazione socialista e cattolica con in comune “idee progressiste” da opporre alla destra berlusconiana; ma eravamo in un momento storico e politico in cui probabilmente il riformismo era un sinonimo di progressismo, oggi sinceramente quando sento parlare di “riformismo” penso subito alle riforme renziane del Job Act (perchè poi usare l’inglese, boh) e della “buona scuola” e mi viene l’orticaria.
Non dimentichiamoci che in questi anni il PD è stato usato come un taxi per entrare in parlamento, italiano o europeo, da personaggi come la Binetti, Adinolfi, Calenda, ecc. Con persone che la pensano in questo modo non siamo in presenza di un “pluralismo culturale” ma siamo in uno stallo permanente in cui il partito diventa, per usare i termini di Benifei, “una minestrina” in cui non si riesce a progredire su nulla, dai diritti civili alla difesa dei lavoratori, da una lotta seria alle disuguaglianze (difficile da fare se si considera tabù la parola “patrimoniale”), alle battaglie per il reddito dignitoso. Renzi è stata forse la peggiore iattura per il PD ed ora se ne è andato ma quanti ancora ce ne sono che di fatto impediscono una vera svolta a sinistra del partito, persone innamorate del neoliberismo, che hanno trasformato il PD (almeno questa è di sicuro l’immagine che ne ha l’italiano medio) nel partito delle elite e delle ZTL?
Auguri quindi a Benifei e a chi la pensa come lui, più che un semplice Congresso secondo me il PD se vuole veramente cambiare ha davanti una lunga e difficile traversata del deserto ed un radicale bisogno di rifondazione.