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Brecht, l’emigrazione, scuola di pensiero dialettico

Brecht, l’emigrazione, scuola di pensiero dialetticoCurt Querner, «Manifestazione», 1930

Scrittori tedeschi Due esuli lavorano per comprendere i mutamenti che subiscono e passano così da una condizione di impotenza all’azione: scritto perlopiù in Finlandia nel ’40, «Dialoghi di profughi», dall’Orma

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 24 luglio 2022
«Mi hanno proletarizzato. Non mi hanno tolto solo la mia casa, il mio stagno con i pesci e la mia macchina, mi hanno derubato anche del mio teatro e del mio pubblico». Così lamentava Bertolt Brecht in una conversazione con Walter Benjamin, nel 1938, a Svendborg, in Danimarca. Con i guadagni dell’Opera da tre soldi si era comprato una sei cilindri Steyr e una casa, a lungo agognata, nell’Alta Baviera. Ma dopo poche settimane aveva dovuto abbandonare tutto e fuggire, da un momento all’altro, come sarebbero fuggiti poi migliaia e migliaia di artisti, intellettuali, scienziati, perseguitati politici: un esodo di...

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