Alias Domenica
Brecht nichilista e distruttivo per una società nuova
Il centenario di Cases Il marxismo, il teatro, la rottura radicale col passato, il rapporto con Benjamin e Lukács. Nel gennaio 1996 Cesare Cases, in convalescenza a Firenze, rilasciò al manifesto (di cui era collaboratore) questa lucida intervista sulla controversa eredità di Bertolt Brecht
Manfred Wekwerth e Gisela May, dei Berliner Ensemble, durante le prove di Mutter Courage, Berlino, 1978, XXII Berliner Festtage
Il centenario di Cases Il marxismo, il teatro, la rottura radicale col passato, il rapporto con Benjamin e Lukács. Nel gennaio 1996 Cesare Cases, in convalescenza a Firenze, rilasciò al manifesto (di cui era collaboratore) questa lucida intervista sulla controversa eredità di Bertolt Brecht
Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 22 marzo 2020
“Di Brecht rimane valida la parte distruttiva, quella costruttiva è per sempre venuta meno. In fondo era un inguaribile nichilista, che si appoggiava a certezze fideistiche”. Vuole dire che il suo comunismo era una stampella? “In definitiva sì. Del resto ci sono molte pagine sue, non solo giovanili, non solo ‘anarchiche’, e autocritiche, che depongono in questo senso”. Dunque non esiste una distinzione così netta, posta in primo luogo da Hans Mayer, tra il Brecht degli “astratti furori” degli anni venti-trenta e il Brecht di poi, pienamente conquistato al marxismo. “Non c’è una soluzione di continuità, ma bisogna considerare che Brecht deve rinunciare...